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Un mese fa è apparso questo articolo in relazione alla tragedia di Casal Palocco. La tragedia non ci interessa di per sè, ma ci aiuta a capire le distorsioni che arrivano dall’uso scorretto dei social.

L’articolo risulta interessante perchè ci parla di Sony e della sponsorizzazione fatta per i “the Boarderline”ed il fatto che le multinazionali, Sony inclusa, facciano bilanci di sostenibilità ogni anno per far capire quanto sia positivo il loro impatto sul mondo.

Risulta evidente la distonia che si genera dichiarandosi sostenibili e poi sostenendo degli Youtuber che fanno dei disvalori sociali il proprio mantra e il “filo d’arianna” del loro canale, a partire dal nome.

Questo avviene anche perchè le realtà sportive non hanno saputo mai raccontarsi e raccontare i valori positivi, piegate sul risultato della partita, non hanno fatto scoprire ai follower affamati di curiosità, di cosa è composto il mondo dello sport.

Challenge degli atleti su esercizi sportivi, spiegazioni dei gesti atletici sotto i vari profili (atletico, scientifico, ecc.), narrazione della storia della società, della squadra e dei valori; nulla di tutto questo è stato fatto in modo sistematico dalla maggioranza delle realtà sportive.

Non sto dicendo che non si fa in senso assoluto, ma essendo necessario un professionista che sappia filmare, montare e pubblicare in modo corretto viene lasciato da parte. Come se non fosse necessario.

Questo ha portato le sponsorizzazioni sui canali social che questo lavoro lo hanno fatto, lasciando indietro lo sport e le società sportive che avrebbero naturalmente il materiale da pubblicare, ma che per dilettantismo non lo fanno.

Lo sport raccontandosi sarebbe sostenibile di per sè, facendo inclusione e portando la società ad essere più sana e questo porterebbe volentieri le aziende a sponsorizzare. Basterebbe smetterla con il dilettantismo.