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All’inizio del mese ho avuto modo, grazie a MSA Manager Sportivi Associati, di fare una esperienza di tre giorni nelle varie realtà valenciane dello sport. Forse ti chiederai: “perchè andare proprio a Valencia, noi italiani siamo bravi a fare le cose!”, in realtà non è così.

Da molto tempo la Spagna, e non solo, ha impianti nettamente migliori dei nostri e la loro gestione nel tempo diventa importante; diventava quindi necessario capire come una città così legata allo sport fosse capace di portare avanti la cultura sportiva. Abbiamo fatto visita all’assessorato allo sport, abbiamo provato il tour del Mestalla e siamo andati a conoscere l’Alqueria del basket.

L’assessorato allo sport ha dato informazioni molto interessanti, la cosa certamente fondamentale per loro è la concordia tra le istituzioni dal quella del comune fino a quella della Comunitat Valenciana (potremmo dire della regione per equipararla alle istituzioni italiane); non è quindi una lotta tra politici di differente colore ai vari livelli, ma il desiderio di dare benefici duraturi alla popolazione sotto varie forme, vince il bene comune. Vengono quindi selezionati eventi sportivi internazionali che abbiano ricadute sul territorio di vario genere (economico, turistico, di infrastrutture,ecc.); se mancano le caratteristiche richieste gli eventi non vengono selezionati, non si concorre per ottenerli. Questa politica è affiancata da una attenta presenza di strutture sportive sul territorio, ogni cittadino valenciano può in 5/10 minuti andare a fare sport da qualche parte, che sia un campetto, una pista da corsa o una palestra, ovunque si può fare sport (nell’immagine si vede un parco con la presenza di campetti). Un investimento a cui va aggiunto che le tariffe per usufruire di alcune strutture, per esempio piscine e palestre comunali, sono davvero irrisorie e spingono i cittadini alla pratica sportiva (a qualunque età). Una visione d’insieme importante capace di comprendere che per ogni euro speso in sport se ne risparmiano tre in sanità pubblica, per non parlare della sicurezza; i conti comunali tornano e i cittadini hanno una qualità di vita elevata. Se vogliamo andare sui numeri allora parliamo complessivamente di 145 istallazioni sportive di cui i gestori sono per 11 strutture la Fondazione Sportiva Municipale, 25/30 dalla provincia, altrettante da federazioni o club sportivi, il restante sono istallazioni aperte al pubblico; tutto accessibile e illuminato dalle 7 del mattino alle 23 di sera. La spesa complessiva è di 45 milioni di Euro composti da 18 milioni della fondazione e 27 direttamente dal comune. Va sottolineato come i prezzi siano calmierati, per incentivare la pratica sportiva, molte volte vi è la gratuita per determinate fasce di persone e le spese d’iscrizione permettono una detrazione di 150 euro sulla dichiarazione dei redditi.

L’Alqueria del basket del Valencia Basket entra in questa filosofia complessiva, con un progetto di sviluppo a tutti i livelli. L’interesse della società cestistica non è depredare le altre società del territorio, potrebbe farlo benissimo, ma sceglie di mantenere il livello alto e avere buoni rapporti con tutti, si cresce insieme. All’interno la cultura del sacrificio è il valore a cui fare riferimento a tutti i livelli e a qualsiasi mansione si sia demandati. Su questo però faro un post specifico la prossima settimana.

Il Valencia CF con il tour del Mestalla è forse l’unico a non sfruttare appieno il suo potenziale. Il tour è fatto per chi è già è appassionato del club e ne conosce a fondo la storia, chi ci ha guidato non ha spiegato con particolari i luoghi con storie e aneddoti del team e questo certamente non permette a tutti, anche ai neofiti, di affezionarsi alla squadra e di diventare simpatizzanti o veri e propri tifosi.

Fa certamente riflettere vedere un mondo politico capace di vedere nello sport una leva di crescita della città, lodevole il fatto che il colore di partito non sia divisivo ma l’appartenenza territoriale sia la vera leva delle azioni politiche, il bene comune. Non è certo quello che vediamo accadere in Italia dove gli orticelli politici personali valgono più dell’interesse complessivo e a volte più del risultato positivo dell’evento sportivo stesso. Vedere società sportive come il Valencia Basket capaci di dialogare con le società più piccole aiutandole a crescere senza depredarle, ma permettendo loro un armonico sviluppo nell’interesse complessivo, è certamente qualcosa di insolito. In Italia spesso si vedono altri tipi di azioni, volti più a far crescere il proprio team che il sistema complessivo del proprio sport locale (mors tua vita mea), che alla fine depaupera il sistema rischiando anche di fare cancellare realtà piccole ma fondamentali su certi territori.

L’iItalia è inevitabilmente indietro, cosa fare? Prima cosa imparare da chi è più bravo; in secondo luogo mettere in pratica e lavorare silenziosamente per non incrementare il gap già esistente.