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Molte le notizie davvero interessanti che si sono susseguite nel periodo natalizio.

Oggi mi voglio soffermare sulle interessanti affermazioni del ministri Abodi sul fatto che nelle federazioni sportive sarà importante avere due vicepresidenti, uno di sesso diverso dal quello del presidente e uno under 35.

Che ci sia necessità della parità di genere è indiscutibile; il mondo della dirigenza sportiva è con una presenza maschile molto alta, sarebbe importante riequilibrare la situazione.

Sul fatto che ci sia bisogno di un vicepresidente under 35 personalmente nutro parecchi dubbi.

Lo sport è un ambito particolare dove si pensa che aver praticato sport come atleta dia il diritto e la scienza infusa per diventare anche bravi manager, ma non è così. Mettere un under 35 come vicepresidente porterebbe ad una carica direttiva importante ex-atleti, magari che hanno smesso da poco, ma che non hanno l’esperienza e gli anni di studio alle spalle necessari per essere professionisti veri del management sportivo. Sarebbero delle “belle statuine”. Per fare gli ambasciatori dello sport di riferimento non è necessario un incarico dirigenziale che porterebbe a delle storture potenzialmente importanti e a spreco di risorse economiche non da poco ( lo stipendio verrebbe pagato per competenze non presenti).

Oltre a ciò andrebbero perse le capacità di molti manager sportivi (di 40 o 50 anni) che sono in questo mondo da venti o più anni e che hanno le conoscenze, i contatti e le competenze per fare i vicepresidenti attivi e propositivi, essere quindi di utilità al proprio sport non solo davanti alle telecamere, ma anche dietro una scrivania.

La proposta è quindi molto semplice, lasciare una vicepresidenza a una persona che abbia 15/20 anni in meno del presidente eletto e non meno di 30 anni (e almeno esperienza di 5 anni di management sportivo ). Vista la gerontocrazia presente nelle federazioni questo permetterebbe anche ai 50enni e ai 40enni di poter dare il proprio contributo fattivo senza salti generazionali e permettendo anche una transizione morbida nei vari archi olimpici.