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In questi ultimi tempi molto si sente parlare, specie dal mondo del calcio, della lotta alla pirateria come della crociata che salverà le casse dei club calcistici nazionali e non solo. Posto che è illegale guardare partite piratate, è corretto anche porsi una domanda: Ma è davvero come dicono?

Partiamo dai dati conosciuti. Si parla di 5 milioni di “pirati” con un mancato introito che si aggira sul miliardo di Euro (la serie A parla di 1 miliardo in 3 anni). Come verrebbero utilizzati dai club?

Certamente una parte di questi denari sarebbe da destinare alle infrastrutture, ma i 15 anni passati e i 20 miliardi incassati hanno portato solo a stipendi dei calciatori più alti e a soli 2 stadi, viene da chiedersi cosa possa cambiare un ventesimo di quanto già raccolto, ma andiamo oltre.Non abbiamo la certezza che il sistema , per competere a livello europeo, dove poche società sportive riescono ad arrivare in fondo e molte invece investono sperando di vincere, non avrebbe generato 4 miliardi di debiti.

Altra domanda, partiamo sempre dai 5 milioni di “pirati”, possibile che i broadcaster non abbiano politiche di marketing capaci di diminuire l’appetipibilità dell’illegale? Le formule di proposta sono ferme da 20 anni mentre i comportamenti dei consumatori stanno modificandosi velocemente, specie le generazioni più giovani hanno una capacità di attenzione molto limitata ed è necessario modificare i modelli di business anche su queste nuove esigenze.

I vari presidenti si sentono sempre parlare dell’incasso da diritti Tv come della ciambella di salvataggio, ma mai si pensa ad una reale modifica delle strutture societarie e dei modelli di business con la ricerca di nuovi equilibri economici e finanziari.

Bisogna lavorare sulla riduzione dei costi eccessivi, non credo funzioni il salary cap stile NBA, in Europa con un sistema aperto non funzionerebbe, ma certamente il tetto alle provvigioni degli intermediari o maggiori poter contrattuali alle squadre possono fare la differenza. Certamente è necessario fare lobbing (non è una parolaccia nè una cosa brutta) e parlare come “sistema calcio” ad una voce.

A medio termine investire in strutture moderne come stadi e strutture sportive è la via vincente che ha portato altre nazionali ha risultati importanti (la Germania come esempio lampante) e portando ricavi maggiore alle società sportive come ci dimostra la Premier League inglese che sarebbe il caso di imitare anzichè guardarla con timore. La burocrazia in questo caso non c’entra nulla, dove si è voluto fare innovazione ci si è riusciti (Juventus, Frosinone, ecc).