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Ho sempre pensato che lo sport dovesse essere vettore di valori sportivi e sociali, “scopro” che per i tecno-entusiasti le buone ragioni per cui E-Sport e sport dovrebbero essere considerati l’uno la naturale evoluzione dell’altro sono nel numero di praticanti e nel giro di denaro generato.
Nessun riferimento a valori condivisi e al benessere generato dallo sport; insomma ci stiamo perdendo le basi, la metafisica dello sport (ovvero il senso stesso dello sport) per semplici sviluppi tecnologici.
Continuiamo a confondere fini e strumenti, così facendo ci facciamo tanto male, ma cosa peggiore ne facciamo di più alle giovani generazioni. Il pericolo più grande però non è nella fusione tra E-sport e sport, ma in chi ne sottovaluta o ignora le problematiche, direi la pericolosità, di tutto questo,

Riprendo una citazione di Marco Camisani Calzolari, che è uno che di tecnologia ci campa, che afferma nel suo libro Cyberumanesimo: “In un epoca in cui l’uomo è sempre più schiavo della sua stessa tecnologia, è necessario riprenderne il controllo per lavorare su un futuro umanamente sostenibile“.

Come decliniamo la sostenibilità nello sport? Digitalizzando e virtualizzando gli sport?

Non ho mai sentito dottori consigliare di fare un’oretta di videogame per smaltire l’obesità, i problemi di cuore, rinforzare i muscoli, evitare problemi alla schiena, aumentare la socialità delle persone con problematiche in tal senso, aiutare i carcerati a comprendere come si sta nel mondo. Pensiamo che possa portare a qualcosa di davvero positivo tutto questo?

Perchè non ascoltare le riflessioni di chi produce quegli strumenti e quei videogiochi (l’associazione IIDEA in Italia), anzichè seguire le chimere di chi vuole tutto questo per semplice business?

Aggiungo un altro tassello e mi rifaccio nuovamente a MCC e al suo libro dove si dice: “Le grandi piattaforme hanno sempre più potere rispetto agli Stati e ai loro governi.”, digitalizzare lo sport, togliere le barriere tra Virtual e sport normali significa anche dare maggiore potere alle piattaforme digitali, aziende private che puntano al profitto e non ai valori dello sport. Davvero vogliamo questo per lo sport e per le generazioni future? Sport che vengono sviluppati dalle bigtech?

Chiudo con un ultima citazione di MCC: “Le invenzioni non possono essere “disinventate”, ma siamo noi umani a doverne definire il senso del digitale e non il contrario. Dobbiamo essere noi a decidere come utilizzare le tecnologie per migliorare le nostre vite, invece di essere vittime del loro avvento.

Non aggiungo altro.