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In un interessante articolo, il professor Mattia Martini (Diretto del Master Management dello Sport ed Eventi Sportivi – UniMi Bicocca), ha parlato di come la violenza nello sport si possa fermare con la formazione.

Non posso che concordare con lui.

La formazione del management è, infatti, lo strumento di maggiore efficacia che possiamo avere, anche se siamo una società dilettantistica e fatta per semplice passione. Abbiamo delle responsabilità sociali e dobbiamo essere in grado di sostenerle, se non siamo capaci possiamo scegliere tra 3 opzioni: 1. chiudere, 2.fonderci con altre strutture per diventare abbastanza grandi da gestire il carico di attività, 3. mantenere la nostra realtà investendo in professionalizzazione dei dirigenti, in consulenze e formazione mirata fatta da professionisti del settore . L’opzione non contemplata è restare come siamo ora, senza fare nulla se non quanto imposta dalle leggi e dalle federazioni; il motivo è semplice: sul lungo periodo si ritorna a dover scegliere tra 1,2 o 3. La tecnica dello struzzo con la testa sotto la sabbia non ha mai portato a successi eclatanti.

Sono quindi necessarie competenze per poter scegliere ed attuare regole di condotta, ma anche modelli organizzativi che siano capaci di prevenire gli abusi all’interno della nostra realtà sportiva. Per attuare queste attività, migliorare la comunicazione interna ed esterna a riguardo servono persone competenti e preparate.