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Recentemente è stata approvata una legge per l’azionariato popolare nello sport. Leggo molti commenti entusiastici della cosa, ma credo ci sia molta superficialità in questo.

Premetto, non so se sia una cosa buona o meno, ma credo sia necessario riflettere più a fondo. L’azionariato popolare può arrivare a condurre un club e gestirne le varie aree. Dal marketing al management della quotidianità, dagli acquisti agli sponsor, dalla gestione delle strutture sportive ai vari imprevisti. Con quali competenze?

Per le piccole società sportive, certamente l’azionariato popolare può essere una risorsa, soprattutto economica in assenza di una gestione del marketing e della comunicazione che siano di qualità. Ecco il punto: la qualità.

Spesso è quello che manca. Manca qualità nelle proprietà, che usano le società sportive come giocattolo molto costoso e non come asset da far crescere; manca qualità nel management, spesso privo delle competenze necessarie; manca qualità nel marketing e nella comunicazione, a causa dell’incompetenza di cui sopra, è inevitabile.

Tutto questo porta scontento e risultati negativi, sul campo e anche nella gestione delle varie aree del management. La soluzione è aumentare i tifosi? Un proprietario tifoso è il primo male di una realtà sportiva, gestisce di pancia e non amministra con raziocinio; aumentare la presenza dei tifosi è la soluzione?

Personalmente non lo credo. Credo e vedo nel quotidiano, che laddove aumentano le competenze e diminuisce la parte di improvvisazione, vince il sistema sportivo nel suo complesso. Un professionista dello sport, sa che tutto parte dai valori e non dai risultati; purtroppo questo non sempre è riconosciuto dalle tifoserie. Quanti allenatori e dirigenti fischiati per risultati che non arrivano!

Penso, sebbene sia dubbioso, che in alcune realtà possa essere una possibilità interessante, laddove non è richiesto il risultato. Se però una società vuole crescere, allora la parola deve essere lasciata in mano alle persone competenti e non ai tifosi. Lieto di essere smentito nei fatti. Eh no, la Spagna e la Germania non fanno testo, anche perchè a gestire di pancia Real e Barcellona, come ci dicono i fatti, significa spendere in modo immorale troppo denaro e rischiare di fallire. Riflettiamoci.